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L’internet che ci piace

Siamo sicuri di combattere le stesse battaglie che urliamo o stiamo inconsciamente dando valore e potere a chi non ci rappresenta?



Condivido questo flusso di parole e pensieri in un momento di sconforto e urla generali su un dato avvenimento politico che ha scosso molti italiani. Ho riflettuto parecchio su questo evento e non sapevo come prendere parte con il mio pensiero per non risultare fuori dal coro ma neanche un’esaltata. In poche parole questo articolo è stato analizzato pezzo per pezzo, parola per parola e messo online solo dopo alcuni giorni per dare a tutti e soprattutto dare a me stessa il tempo per rielaborare.

É tutto molto bello e allo stesso tempo tutto molto triste.

Il 26 ottobre 2021 è stata affossata una legge molto importante e il 28 ottobre a Milano si sono radunati migliaia di persone che hanno urlato “Vergogna”. Per quanto io apprezzi Antonella Clerici che ha detto in un programma televisivo “l’Italia quest’anno ha vinto tutto, peccato per i diritti civili” sapete quante visualizzazioni ha ottenuto? Forse possono sembrare tante ma in realtà molto poche.


Ma facciamo un passo indietro. Giusto per capirci.

Come sappiamo internet ci ha dato un enorme potere, un potere che neanche ci immaginiamo e la cosa più bella e speciale è che lo abbiamo tutti, nessuno escluso. Ognuno di noi può usare questo strumento per dare voce a chi non ce l’ha oppure per avere una voce lui stesso.

La cosa bella dell’internet è che oggettivamente ognuno di noi può aprire una riflessione e può farsi notare.

Bello vero?

Abitando in una grande città forse questo potere lo dò quasi per scontato ma appena esco dalla mia bolla di privilegiata mi rendo conto di quanto sia effettivamente importante possedere un tale strumento in grado di raggiungere davvero tantissime persone. Se riflettiamo, il pastore x del paese più remoto può utilizzare il suo strumento per guadagnarsi letteralmente da vivere. Se riflettiamo ulteriormente, l’associazione y può utilizzare il suo strumento per guadagnare donatori. E tutto questo è oggettivamente e senza ombra di dubbio, un enorme passo avanti per la nostra società.

Internet ci ha dato la possibilità di realizzare e contribuire a molte battaglie sociali.

Abbiamo dato voce a chi l’aveva persa e abbiamo, molte volte, contribuito a dare giustizia.


Tim Cook, Ceo di Apple, ha detto questa frase che rimarrà nella storia perché ci ha dato modo di riflettere sul potere che abbiamo: “ Molti cambiamenti sociali sono iniziati perché qualcuno ha registrato un video con il cellulare”.

Io continuerei “e poi lo ha condiviso”.

Sapete anche voi che George Floyd non avrebbe avuto la giustizia meritata. Per la corte, le telecamere stradali non erano delle prove abbastanza certe dell’ingiustizia creata e sapete cosa ha fatto la differenza? Un video girato da una ragazza che ha osservato tristemente la scena.

Scorretto? Macabro? Gesto controverso? Vi lascio riflettere su questo punto perché ancora non mi sono data una risposta ma il dato di fatto è che quel video non è stato solo una prova schiacciante ma ha scatenato manifestazioni letteralmente IN TUTTO IL MONDO. In Italia noi non avremmo lottato per questo semplicemente perché non ne eravamo a conoscenza.


Ora torniamo al ddl zan.

Antonella Clerici prende una posizione ben precisa e la dichiara in diretta tv.

Il suo programma è nazionale per cui all’ascolto ci sono 1 milione e mezzo di telespettatori. Il video viene anche ricondiviso sui social così come l’enorme manifestazione organizzata in poco tempo a Milano. Migliaia di persone presenti e altrettante le visualizzazioni e condivisioni sui social.

Un numero enorme vero?

Purtroppo no.

Nel 2019 Giorgia Meloni ha partecipato ad un dibattito politico urlando a pieni polmoni “Io sono Giorgia, io sono cristiana…ecc” ce la ricordiamo tutti non è vero?

La risposta è ovviamente si e sapete perché? Il suo discorso poteva quasi passare inosservato.

Forse qualcuno avrebbe accennato con sdegno oppure qualcun altro l’avrebbe condiviso perché d’accordo con lei. Purtroppo noi però conosciamo questo discorso perché il giorno dopo è diventato virale un remix con il suo discorso. Quel remix voleva essere una satira ma le visualizzazioni sono state da capogiro.

Sono Settecentomila le visualizzazioni che ha scatenato altrettanti condivisioni e like.

Giorgia Meloni ha accettato diverse interviste in cui dichiarava di ritenersi onorata da quel video e come darle torto? Le abbiamo consegnato un potere enorme. Nel 2020 sulle librerie d’Italia è diventato quasi un bestseller il suo libro intitolato, guardate un po’, “Io sono Giorgia”.

Nel 2021, pochissimi giorni fa, ha fatto un comizio in Spagna dando il via alla versione spagnola.


Sapete qual è l’effetto? Enorme.

Entrate su TikTok e troverete la metà dei video con l’audio ormai virale di Matteo Salvini.

Non importa quale, ormai tutto quello che dice diventa virale.


Quindi la domanda sorge spontanea:

Siamo sicuri di combattere le stesse battaglie che urliamo o stiamo inconsciamente dando valore e potere a chi non ci rappresenta? Ogni volta che condividiamo un video stiamo inconsciamente dando un valore a quello che condividiamo.


Più valore = Più potere.


Ma non bastano le condivisioni. Contano i like, le visualizzazioni, il tempo che dedichiamo anche solo a guardare quel video.

Gli algoritmi considereranno quel video importante. Utilizziamo internet, e i social di conseguenza, per qualcosa di giusto. L’internet che ci piace è quello in cui siamo veramente consapevoli del valore che stiamo fornendo. Forse, e dico forse, dovremmo smetterla di prendere posizioni come “I social sono il male” ma avere una materia a scuola che ci permette di analizzare ogni aspetto di questo potere. Termino così questo flusso di parole forse ancora troppo concitate e dettate da un sfogo. Il mio potere è questo nuovo blog e potete darmi valore condividendo o semplicemente leggendo.


Grazie.









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